Bologna, 28 maggio 2013 - E’ il rotolo completo della Torah piu’ antico del mondo ed e’ di casa a Bologna, nella Biblioteca universitaria dell’Alma Mater. Ma, fino a ieri, era in archivio all’insaputa di tutti, tanto che non se ne conosce la provenienza. E’ stato il professor Mauro Perani, ordinario di Ebraico al Dipartimento di Beni culturali dell’Ateneo felsineo (sede di Ravenna) ad accorgersi che il rotolo, catalogato a fine ‘800 come “dalla scrittura goffa” e risalente al 1600, e’ in realta’ “un vero patrimonio”: della scoperta e’ stato subito informato il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray. “Forse lo vedremo da queste parti”, anticipa la direttrice della Bub, Biancastella Antonino, questa mattina presentando il rotolo in anteprima alla stampa.
Il cosiddetto “Rotolo 2”, lungo 36 metri e alto 64 centimetri, fatto di morbida pelle ovina (“Sembra una stoffa di lino”) con 56 sezioni cucite tra loro, contiene il testo completo del Pentateuco (o Torah, appunto), ovvero i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. E’ stato scritto a mano tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo (1155-1225) e risulta essere, appunto, il piu’ antico rotolo ebraico completo della Torah ad oggi conosciuto al mondo.
Ha un valore immenso, almeno un milione di euro, spiega Perani. E per questo la Bub sta mettendo in atto le dovute precauzione per conservarlo e custodirlo. Sara’ fotografato, sezione per sezione, e reso disponibile per gli studi in forma digitale. “Ma vogliamo evitare che finisca preda dei social network”, spiega Antonino.
Nell’esaminare il rotolo per il nuovo catalogo della Bub, in pubblicazione, Perani si e’ accorto che “la grafia era molto antica e di origine orientale”. In contatto con i massimi esperti al mondo di ebraismo, il professore ha avuto conferma dei suoi sospetti.
Tutti gli studiosi sono stati d’accordo nel datarlo tra l’XI e il XIII secolo, spiega oggi Perani. Sono state eseguite anche due prove al carbonio 14, una all’Universita’ del Salento e una in un laboratorio Usa, che hanno confermato la datazione. Tra l’altro, aggiunge il docente, “il testo non rispetta le regole di Maimonide, che nel XII secolo fisso’ in maniera definitiva tutta la normativa rabbinica relativa alla scrittura del Pentateuco. Nella Torah ‘bolognese’ “ci sono lettere e segni assolutamente proibiti” dopo la codificazione di Maimonide. Ad oggi i rotoli “sono molto rari - spiega ancora Perani - perche’ i manoscritti, quando sono rovinati e per questo perdono la loro santita’, non possono piu’ essere usati per le funzioni religiose e vengono seppelliti”. La Torah, del resto, “per gli ebrei e’ la cosa piu’ sacra che hanno”.
Finora erano stati scoperti solo alcuni frammenti di rotoli del X secolo, mentre i piu’ antichi esistenti interi risalgono al XIV secolo. La nuova scoperta arricchisce il fondo ebraico della Bub, fatto da innumerevoli codici tra cui il Canone di Avicenna. Ma la biblioteca possiede anche “la collezione piu’ importante di Corani in Italia”, sottolinea la direttrice. Per Perani, questa scoperta “rafforza il legame a doppio filo tra Bologna e la Torah”. Sotto le Due torri, infatti, nel 1482 fu pubblicata la prima copia del Pentateuco stampata. Presente alla conferenza stampa anche don Giovanni Nicolini, amico di vecchia data di Perani. “Mi fa molto piacere essere qua, e’ una scoperta straordinaria - afferma il sacerdote - quando ci si avvicina a testi cosi’ antichi, si coglie il mistero della comunicazione del Signore nella storia, che non cessa di stupire e commuovere”.
(Fonte Dire)
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