Bologna, 17 maggio 2013 - C'è anche un 20enne di Bologna, che vive a Imola fra i quattro hacker del collettivo di pirati informatici Anonymous, arrestati stamattina dalla polizia postale nell'ambito dell'operazione 'Tango Down', coordinata dal procuratore aggiunto del Tribunale di Roma, Giancarlo Capaldo, e dal sostituto Perla Lori. L'accusa è associazione a delinquere.

Il giovane e’ uno studente universitario dell’Alma Mater. Gli altri tre arrestati sono un 34enne di Lecce,  un 28enne di Venezia e un 25enne di Torino; tutti e quattro sono ai domiciliari.

Sono altre 6  le persone denunciate a piede libere che fanno parte della stessa associazione a delinquere. Le perquisizioni hanno toccato Roma, Venezia, Lecce, Bologna e Torino. Tra le persone coinvolte c'è anche un altro bolognese, sempre di 20 anni, che e’ solo indagato e che questa mattina e’ stato perquisito. E’ di Bologna e anche lui, come l’imolese, e’ uno studente universitario..

 

I quattro agivano alle spalle del movimento ‘Anonymous’, responsabile nel tempo di numerosi attacchi informatici ai danni di importanti infrastrutture, siti istituzionali e aziende. Il gruppo si nascondeva dietro la sigla di ‘Anonymous’, ma non era in linea con le prerogative e la filosofia del gruppo. Questo ha concesso agli investigatori di canalizzare le indagini verso un nucleo che ha tentato l’escalation nel movimento, tradendo le istanze movimentiste e cercando la vulnerabilita’ di un sito non per portare avanti le iniziative di lotta e protesta di ‘Anonymous’ ma per trarne profitti economici.

Molti degli indagati, infatti, avevano contatti con agenzie di consulenza e supporto dei sistemi informatici a cui vendevano la vulnerabilita’ di un determinato sito per consentire a queste di proporsi alle aziende per risolvere il problema. In taluni casi erano proprio loro a proporsi per risolvere il problema del sito ‘bucato’. Persone insospettabili, che di giorno svolgevano normali attività, anche nel campo informatico, e la notte operavano come hacker. A marzo del 2012 uno dei componenti della banda fu anche intervistato dalla trasmissione ‘Le iene’. In quella circostanza, con il volto coperto dalla maschera di ‘Anonymous’, spiego’ il sistema e l’organizzazione.

Tra i siti presi di mira dall’associazione quelli di presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Difesa, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Banca d’Italia, di Trenitalia, di Equitalia, della Siae e altri.
 

L’indagine e’ partita nel 2011 e ha permesso di ricostruire uno scenario criminale in cui gli indagati erano soliti muoversi per portare a termine ripetuti attacchi informatici ai sistemi di sicurezza di numerose amministrazioni pubbliche e aziende private dalle quali venivano illecitamente carpite credenziali di autenticazione ed altre informazioni sensibili, successivamente pubblicate sul web.