Bologna, 7 maggio 2013 - SI È TOLTO la vita sparandosi un colpo di pistola nell’appartamento in cui viveva in via Nicolò Dall’Arca, alla Bolognina. È morto così Andrea Bonfiglioli Ruggieri, 59 anni, dipendente della Cassa Forense di Roma che dal 1995 lavorava alla portineria del Tar, il Tribunale amministrativo regionale di Strada Maggiore.
A trovare il corpo ormai privo di vita dell’uomo è stato alcuni giorni fa il cugino disabile che da quel momento è ancora sotto choc. Nell’edificio di Strada Maggiore, Bonfiglioli si occupava di vigilanza, ma anche del trasporto nelle varie sezioni del tribunale di atti e documenti. La sua vita però stava cambiando. E ne aveva parlato con le persone che gli erano accanto, esprimendo tutti i timori che aveva.
DOPO un anno di aspettativa, che si era preso per occuparsi della madre disabile di 87 anni e del cugino di 50, disabile anche lui, avrebbe dovuto decidere a breve se accettare o meno un trasferimento di lavoro.
Amici, avvocati e conoscenti molto stretti raccontano della preoccupazione e della paura del cinquantanovenne legata al trasferimento in un piccolo paesino della Liguria, in alternativa alla mobilità e al licenziamento dovuto. Un cambiamento, in tempi di tagli, che sarebbe stato dovuto alla riorganizzazione degli uffici in cui lavorava. E quel pensiero, legato ad altri problemi, da diverso tempo lo stava tormentando.
BONFIGLIOLI aveva due lauree e aveva anche superato brillantemente l’esame da avvocato. Aveva 35 anni di lavoro alle spalle, ma a causa delle novità introdotte dalla legge Fornero a un passo dalla pensione il traguardo si è all’improvviso allontanato. E lo spettro della perdita del lavoro è arrivato proprio a distanza di due anni dalla pensione. Prima dell’impiego al Tar, aveva fatto il carabiniere e lavorato in banca.
I funerali del cinquantanovenne si svolgeranno oggi pomeriggio alle 16 alla Certosa, dove si trova la salma.
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