Bologna, 25 dicembre 2012 - L’Ave Maria di Shubert, l’Alelluia. La fiaccolata di centinaia di crevalcoresi, la campana della torre della cattedrale di San Silvestro che annuncia la messa, la campana della chiesa dell’Immacolata concezione di Porta Modena che rintocca la mezzanotte. Orologio che era rimasto fermo dal 29 maggio scorso. Ma quante emozioni la notte di Natale nel centro storico di via Matteottti a Crevalcore. Il sindaco Claudio Broglia ha chiuso a zona rossa e inaugurato - accendendo l’albero di Natale regalato dal Carlino in piazza Malpighi - la zona cantieri.
 

L’appuntamento era stato fissato alle 23 davanti a Porta Bologna. La Pro loco ha distribuito le candele colorate e successivamente è iniziato il corteo. Sono state tolte le barriere che dal 29 maggio scorso tenevamo chiuso il centro e la gente è entrata nel cuore antico della cittadina. In testa il sindaco Broglia, i colleghi Daniela Occhiali di Sant’Agata e Valerio Toselli di Sala Bolognese, i suoi assessori, rappresentanti del consiglio comunale e delle forze dell’ordine. Il corteo ha percorso un passaggio pedonale, molti edifici che si affacciano sul corso sono inagibili, è arrivato in piazza Malpighi.

Qui il primo cittadino ha acceso il gigantesco albero di Natale illuminato e donato dal Carlino, e il corteo ha proseguito il cammino verso Porta Modena. Una volta arrivato a pochi passi dal monumento, non ancora messo in sicurezza, sono state intonate le note dell’Alleluia, dell’Ave Maria. La torre campanaria della Piazza, solo con i martelletti ha ricordato della messa, mentre l’orologio di Porta Modena è stato riportato a mezzanotte. Era fermo alle 9:03 del mattino del 29 maggio scorso, la data della seconda terrificante scossa che ha messo in ginocchio il centro storico di Crevalcore e reso inagibili l’ospedale, tutte le chiese e le scuole e lasciando 1200 persone senza casa.
 

L’attenzione della notte di Natale si è poi spostata nel centro sportivo, sotto al pallone del tennis che funge da chiesa, dove è arrivato il cardinale di Bologna a celebrare la messa di Natale.
“Questa notte – ha detto Caffarra davanti a una platea gremita - penetra più profondamente nel vostro cuore, poiché quest’anno la celebrazione del Natale è accompagnata da gravi disagi. Anche voi, come Maria e Giuseppe, dovete celebrare i santi misteri natalizi fuori dalla vostra Chiesa, fuori – per molti – dalle vostre case, in presenza di un'insicurezza, di una fragilità, di una mancanza anche di beni umani essenziali. Questa notte Dio è venuto a vivere la nostra condizione, nascendo fuori da una casa «perché non c’era posto per loro nell’albergo”.
 

E il presule ha continuato: “Come avete sentito le prime persone alle quali fu data notizia della presenza di Dio in mezzo a noi, furono dei pastori. La categoria dei pastori era una classe sociale che non aveva nessun valore nella società del tempo. Nella considerazione degli uomini erano meno di niente. E’ a loro che viene data notizia; sono loro che vengono avvolti di luce. E’ in loro, nella loro coscienza, che viene generata la consapevolezza della dignità sublime della loro persona”.
 

E infine Caffarra ha aggiunto: “Certamente nella loro vita esteriore non cambiava nulla. Emarginati come prima, poveri e disprezzati come prima. Ma qualcosa di assolutamente nuovo era accaduto dentro di loro: si sentivano presi in cura da Dio stesso; sentivano che Dio stesso si interessava di loro. Cari fratelli e sorelle, siete stati duramente colpiti. Ritornando a casa questa notte, vi ritroverete con tutte le vostre difficoltà. Ma qualcosa di grandioso si è acceso nella vostra coscienza: avete visto che Dio si prende cura di voi. Se avete questa consapevole certezza, possedete la ricchezza più grande”.
 

Pier Luigi Trombetta