Bologna, 26 ottobre 2012 - Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha consegnato oggi pomeriggio nell'Aula del Consiglio comunale il Nettuno d'Oro - onoreficenza conferita a cittadini che abbiano onorato, con la propria attività professionale e pubblica, la città di Bologna - al prof. Giovanni Sedioli. Le motivazioni lette in Aula dall'assessore a Scuola e Formazione del Comune di Bologna, Marilena Pillati.
"Giovanni Sedioli, nato a Forlì nel 1946, bolognese di adozione, per oltre trent’anni è stato infaticabile e autorevole promotore del valore formativo della cultura tecnico-imprenditoriale, contribuendo con il suo operato a svilupparne e legittimarne i contenuti, evidenziandone il legame profondo con temi strategici della nostra società, quali formazione, capacità professionale, innovazione, eccellenza e sviluppo. Un impegno svolto innanzitutto nella sua qualità di preside della più antica e prestigiosa scuola tecnica di Bologna, gli Istituti Aldini Valeriani, una scuola nata oltre centosessanta anni fa grazie a due illustri intellettuali, il bolognese Giovanni Aldini e l'imolese Luigi Valeriani, che lasciarono in eredità al Comune di Bologna i loro patrimoni, con l'obbligo di impiegarli per la costruzione di una scuola "professionale" in grado di rispondere alle mutate esigenze formative che l'avanzare della Rivoluzione industriale stava imponendo in tutta Europa. Una scuola d'eccellenza che ha avuto un forte impatto sullo sviluppo industriale della città e che Giovanni Sedioli ha guidato dal 1983 al 2007, dopo avervi insegnato Fisica per una decina d'anni.
Simbolo della scuola per oltre vent'anni, il "maestro” - così lo chiamano i suoi ex studenti - ha fatto delle Aldini un innovativo laboratorio didattico per la continua sperimentazione di strategie formative attente
alle necessità delle nuove generazioni e in grado di intercettare le esigenze di un contesto industriale, in quegli anni in rapida evoluzione.
Il riconoscimento della “risorsa umana” come elemento fondamentale per la riuscita di ogni processo di formazione tecnico-professionale è stato un tratto distintivo della sua azione profondamente innovativa, caratterizzata da una forte attenzione alla trasversalità delle tecnologie, all’automazione, all’informatizzazione, al rafforzamento della formazione professionale e ai temi più generali della formazione continua.
Convinto sostenitore di un modello basato sulla integrazione tra mondo della formazione e quello della produzione, continuo è stato il suo impegno per rafforzare questo legame. Per questo si è impegnato per realizzare una biunivocità di relazioni che servisse alla scuola per cogliere i punti di trasformazione e di necessità per le professionalità su cui impostare la propria azione formativa; e all’impresa per meglio conoscere il funzionamento della scuola, i suoi punti di forza e quelli su cui erano necessari contributi specifici nelle esperienze di alternanza scuola-lavoro.
La credibilità della scuola è stata tale da esserle riconosciuta la capacità di orientare l’insegnamento anche su tecnologie non completamente affermate nelle imprese. La stessa credibilità, d’altro canto, ha evitato interferenze volte a condizionare le scelte fondamentali nella formazione dei ragazzi. Ma il suo impegno in questa direzione è proseguito anche al di fuori del ruolo di preside delle Aldini, adoperandosi per affermare un modello e un sistema di formazione basato su tali principi.
In un rinato clima di forte attenzione verso la cultura tecnico-scientifica, che aveva come epicentro l'Istituto Aldini Valeriani, ha contribuito all'avvio di progetti più vasti di valorizzazione della identità industriale del nostro territorio: un Museo del Patrimonio Industriale, che negli anni Ottanta è stato un elemento importante di
novità nel panorama culturale della nostra città e che ha contribuito a diffondere presso il mondo delle aziende la piena consapevolezza della loro forza culturale, del fatto che il loro essere non aveva solo effetti economici, ma influiva sui modi di essere del territorio, sugli equilibri sociali, sulla volontà di cambiare; la costituzione della Fondazione Aldini Valeriani per implementare processi formativi in grado di accompagnare i tecnici lungo l’intera vita professionale; il Programma Quadrifoglio che ha proposto un percorso di formazione in grado di seguire i giovani dalle scuole medie alle esperienze post universitarie, sempre in un’ottica di specializzazione e innovazione tecnica; la costituzione dello “sportello lavoro”, per sistematizzare le esperienza di scambio scuola-territorio.
Le attività innovative sperimentate da Giovanni Sedioli dentro e attorno all’Aldini sono diventate riferimento per scelte nazionali e sono state recepite anche nel dibattito sulla riforma della formazione tecnico-scientifica. La sperimentazione da lui condotta ha portato alla consapevolezza condivisa che risultati e percorsi così complessi e di successo non potevano essere elementi casuali di una cultura di “pura strumentalità”, come era percepita in quegli anni la formazione professionale. La cultura tecnica, con i suoi linguaggi specifici, con la
conoscenza scientifica come base teorica, con la cultura del risultato è diventata a pieno titolo un elemento imprescindibile della società contemporanea.
La grande esperienza e autorevolezza di Giovanni Sedioli lo ha portato a far parte di numerose commissioni nazionali istituite dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che si sono occupate delle più importanti riforme degli anni più recenti: la riforma della cultura tecnica professionale, la definizione degli obiettivi per l’asse tecnologico scientifico, il riordino degli istituti tecnici e professionali, l’istituzione degli ITS (Istituti Tecnici Superiori). E’ tutt’ora membro, su delega della Regione, delle Delivery Unit costituite dalla Direzione Regionale del Ministero, per il riordino del secondo ciclo di istruzione. Intensa la relazione con Confindustria Nazionale in merito alla discussione per il riordino di tecnici e professionali, che lo ha visto dal 2001 al 2008 invitato permanente al gruppo Education.
Ha ricoperto infine il ruolo di Assessore alla Scuola, Formazione, Università e Lavoro della Regione Emilia-Romagna fra il 2009 e il 2010. Per questa attività, del più alto interesse e valore generale,
l’Amministrazione esprime a Giovanni Sedioli la gratitudine dell’intera città".
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