Bologna, 3 agosto 2012 - “I verbali dei Consigli di disciplina, sono sempre stati inviati al magistrato di sorveglianza per i minorenni, Luigi Martello, come era mio dovere fare. Le notizie di reato, alla Procura, non le deve trasmettere il direttore del carcere, ma la Polizia penitenziaria”. Si difende Paola Ziccone, l’ex direttrice del carcere minorile del Pratello di Bologna, indagata insieme ad altri 34 tra agenti e operatori della struttura con l’accusa di omessa denuncia. “Non mi sorprende questa indagine. Durante l’ispezione del dicembre scorso, l’ispettore Francesco Cascini esaminò alcuni registri e poi parlò di fatti non denunciati all’autorità giudiziaria. Quindi me lo aspettavo, è normale che se un ispettore dice queste cose la Procura apra un’inchiesta e iscriva. Certo, qualcosa di strano c’è se sono stati iscritti tutti i dipendenti del Pratello”, dice Ziccone. Per l’ex direttrice, però, non ci fu omissione di rapporto.
“Non è vero che gli atti dei Consigli di disciplina finissero dentro un cassetto. Li abbiamo sempre trasmessi, con tutti gli annessi e connessi compresi i rapporti degli agenti, sono stati trasmessi al magistrato di sorveglianza per i minorenni, come dice la legge. Per me, se un ragazzo danneggia un tavolo, è una violazione dell’ordinamento penitenziario, non un reato. Io sono un direttore, non posso avere gli stessi compiti di un poliziotto”.
La Procura dei minori, secondo Ziccone, doveva essere informata dalla Polizia penitenziaria. “è loro dovere trasmettere la notizia di reato. L’agente deve informare il suo comandante e questo, se crede dopo aver fatto qualche indagine, deve trasmettere la notizia di reato alla Procura e al direttore”, dice Ziccone. Che punta il dito sull’ex comandante delle guardie, Aurelio Morgillo, anch’esso indagato.
Secondo l’ex direttrice del carcere, le cose hanno incominciato ad andare storte dopo l’arrivo di Morgiello, nel 2010. “Dal 2001 al 2010 ero io la direttrice ma è sempre andato tutto bene. Dopo il suo arrivo, nel 2010, ne è successa di ogni”. Ziccone ricorda che a partire dal marzo 2011, “ho scritto per tre volte al capo dipartimento per dirgli che c’era qualcosa che non andava, che la Polizia penitenziaria secondo me non faceva il proprio dovere”.
La prima lettera è del marzo 2011. Pochi giorni dopo, poi, “il procuratore minorile Ugo Pastore scrisse a Morgillo, e a me per conoscenza, ricordandogli l’obbligo di avvisarlo immediatamente delle notizie di reato”, ricorda l’ex direttrice. Insomma, se qualcosa non ha funzionato, sostiene Ziccone, bisogna guardare dentro la Polizia penitenziaria. “Il pm che ha fatto le indagini (Antonello Gustapane, ndr) queste cose forse non le sa. Mi farò interrogare e gliele spiegherò”, dice Ziccone, convinta che ci sia una seconda inchiesta che riguarda un periodo successivo a questo, ovvero dopo la sua rimozione.
I 35 avvisi di fine indagine inviati in questi giorni dalla Procura di Bologna riguardano fatti commessi dall’inizio del 2010 fino a dicembre 2011. “Forse mi sbaglio ma credo che ci siano due filoni d’indagine. Una, questa che è finita, relativo al mio ultimo anno di gestione. Un’altra che riguarda il periodo successivo”. Alla fine di dicembre 2011, dopo l’ispezione ministeriale, vennero rimossi (e trasferiti d’urgenza) tutti i vertici del carcere: il nuovo direttore del carcere, Lorenzo Roccaro, il direttore del Centro giustizia minorile dell’Emilia-Romagna, Giuseppe Centomani e il comandante della polizia penitenziaria Morgillo.
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