Bologna, 27 luglio 2012 -UNO CHOC. La notizia della richiesta di rinvio a giudizio di Errani ha squarciato i palazzi della politica regionale in una sonnacchiosa mattinata di fine luglio, a pochi giorni dall’inizio delle lunghe ferie. Un fulmine a ciel sereno che, ora, fa aleggiare nei corridoi di viale Aldo Moro il fantasma delle elezioni anticipate. Nel caso in cui Errani, se rinviato a giudizio, decidesse di lasciare. Un’ipotesi impensabile fino a poco tempo fa, ma che ora diventa possibile. E scatena la paura tra i consiglieri regionali: paura di perdere il posto, di dover rinunciare al vitalizio (l’ultimo nella storia della Regione) e di andare alle urne con un vero e proprio salto nel buio.
SARÀ anche per questo, forse, che, per tutta la giornata di ieri, le dichiarazioni di solidarietà a Errani si sono sprecate. Anche nel campo di quell’opposizione che ha sollevato il caso di Terremerse. Insomma, nessuno può confessarlo apertamente, ma il sentimento collettivo, in Regione, è uno solo. Errani deve restare. Per il bene di tutti.
Lui, il governatore, l’unico che può decidere della propria sorte, si è limitato a commentare la vicenda con una stringata nota, ribadendo che si presenterà davanti ai giudici «con piena fiducia perché così si chiarirà che non ho commesso alcun reato», e di non aver «mai favorito o sfavorito qualcuno» nelle sue funzioni di presidente regionale. Chi ha avuto modo di vederlo, o di parlare con lui, riferisce di un Errani sereno, combattivo e desideroso di chiarire in modo definitivo la sua posizione. Ma, allo stesso tempo, anche amareggiato e deluso.
E deluso è anche il Pd, che forse credeva che quella di Terremerse fosse una partita ormai conclusa dal punto di vista politico. Solidarietà a Errani è arrivata dal segretario regionale, Stefano Bonaccini (con cui il governatore si è incontrato ieri pomeriggio), che ha definito il presidente «onesto, trasparente e rigorso», così come dal segretario provinciale, Raffaele Donini, e dal capogruppo democratico in Regione, Marco Monari, che, nel ribadire la sua fiducia sulla «correttezza e la trasparenza di come Errani ha operato», non ha nascosto la sua sorpresa «per la debolezza degli argomenti» che supportano l’accusa, pur «nel rispetto dell’opera della magistratura».
MENTRE l’Idv tace e Sel, con il capogruppo in consiglio regionale Gian Guido Naldi, si spinge a dire che «Errani può rimanere al suo posto pure se dovesse essere rinviato a giudizio, anche per il momento storico che l’Emilia Romagna sta vivendo», il Pdl mostra tutta la sua faccia più garantista. Il deputato Giancarlo Mazzuca esprime la sua «solidarietà» a Errani, «un amministratore che sono certo saprà dimostrare di aver agito con correttezza e onestà». E Luigi Villani, capogruppo in Regione, spazza il campo da ogni equivoco: «Noi non siamo garantisti a fasi alterne, come il centrosinistra. Errani dovrebbe dimettersi solo se condannato».
di Andrea Zanchi
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