Bologna, 30 maggio 2012 - Presidieranno la loro azienda oggi, stanotte e domani e se, come e’ possibile, il lavoro riprendera’ domani pomeriggio col secondo turno, un paio di lavoratori rimarranno davanti all’ingresso per controllare che i macchinari non vadano via. I dipendenti della Magneti Marelli di Crevalcore oggi, dopo una lunga discussione e qualche ‘incidente diplomatico’ tra Fiom, Fim e Uilm, sono compatti: non vogliono che la linea 1 dell’azienda si trasferisca a Bari, come invece ipotizza la direzione. A rischio, pero’, dice Francesco di Napoli della Fiom Cgil, non ci sono solo 15 dipendenti che si occupano della linea, ma anche quelli che lavorano agli stampi per l’alluminio (che l’azienda pensa di portare in Slovacchia). “Parlano- spiega di Napoli- di portare via il 30% della produttivita’, cioe’ piu’ di una novantina di lavoratori, e la scusa e’ che con il terremoto la produttivita’ va a rilento”, perche a ogni scossa la Magneti Marelli viene evacuata e si devono rifare i controlli di stabilita’.


Davanti all’ingresso, da questa mattina verso l’una, una quarantina tra lavoratori e delegati sindacali sosta chiedendo di parlare con la direzione aziendale. All’inizio sono entrati solo le Rsu di Fim, Fiom e Uilm e dell’associazione dei quadri Fiat, poi l’azienda ha chiesto di parlare solo con i firmatari dell’accordo Marchionne, Fim e Uilm, cosa che ha portato alla rottura del tavolo. Poi s’e’ sparsa la voce che l’azienda avessa chiamato al tavolo, ma ‘di nascosto’, solo Fim e Uilm. E allora si e’ scatenato il putiferio: con i cellulari, dipendenti e delegati Fiom hanno telefonato i ‘colleghi’ per convincerli ad uscire. E, quando l’hanno fatto, i delegati Uilm e Fim si sono sentiti urlare dietro “schiavi”, qualcuno ha alzato la voce, ci sono state accese discussioni, poi la situazione si e’ calmata

 

“Da qui non esce niente, se non accolgono le nostre richieste bloccheremo il trasferimento delle due linee”. Il segretario della Fiom di Bologna Giordano Fiorani, e’ decisissimo. Davanti alla Magneti Marelli di Crevalcore, assieme ad una quarantina tra lavoratori e delegati, il segretario della Fiom accusa l’azienda del gruppo Fiat di “sciacallaggio aziendale: questi approfittano di un dramma per introdurre esigenze tecniche e produttive”. Fiorani si dice “consapevole che sia necessario rispondere agli ordinativi e anche che l’azienda adesso e’ inagibile, ma noi chiediamo che le due linee produttive vadano a Bologna” e con loro anche i rispettivi operai.
 

La Fiom si appella anche a Unindustria e alle istituzioni del territorio perche’ intervengano “immediatamente”. Ma se alla fine dall’incontro con l’azienda uscira’ una fumata nera “ci opporremo con tutti gli strumenti possibili al trasferimento dell’impianto”, promette Fiorani.
 

Per oggi era previsto che la fabbrica della Marelli di Crevalcore fosse chiusa sia per il primo turno che per i cosiddetti “normalisti” e i delegati Fiom si immaginavano che la cosa sarebbe stata replicata anche per il secondo turno molto ripromettendosi di cercare di capire oggi “cosa l’azienda intende fare per i prossimi giorni”. Poi è scattato l’allarme. E c’e’ tensione anche nello stabilimento di Bologna della Marelli, l’ex Weber.


“Nonostante l’evacuazione del mattino, nonostante le due scosse a cavallo di pranzo, nonostante i provvedimenti in merito di Ducati, Gd, l’azienda ha deciso di non farci uscire”, hanno scritto i delegati Fiom di via Timavo sul social network. “In compenso- aggiungono- ci ha gentilmente segnalato di probabili disguidi nell’erogazione dei pasti stante le difficolta’ di trasporto. I lavoratori ringraziano sentitamente per questa premura e delicatezza”.

 

La replica della Magneti Marelli: "Tutto falso"

“Magneti Marelli precisa che ogni notizia relativa a trasferimenti di linee produttive dallo stabilimento di Crevalcore è priva di qualsiasi fondamento. Vista la persistenza della situazione di pericolo sismico nell’area emiliana, con l’obiettivo primario di evitare il fermo impianto in altri siti industriali del gruppo (come avvenuto in questi giorni nello stabilimento di Termoli in conseguenza al fermo di Crevalcore), l’azienda ha comunicato un piano di spostamento temporaneo nel sito di Bari di alcuni macchinari presenti a Crevalcore, onde disporre di una unità produttiva di riserva (back up) in una zona attualmente non soggetta ad eventi naturali. L’attivazione di questi macchinari di riserva è prevista unicamente nel caso si verifichino ulteriori eventi sismici che blocchino l’operatività di Crevalcore e richiede l’opera di tre persone. Nessuna linea operativa localizzata attualmente a Crevalcore verrà quindi spostata. A margine di questa precisazione, Magneti Marelli stigmatizza fermamente il comportamento di coloro che hanno diffuso informazioni false, procurando allarme infondato in un’area già duramente colpita dal sisma ”.
 

 

 

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