Bologna, 16 dicembre 2011 - “Per fortuna non è un tema che riguarda i sindaci. Comunque quella di Nadia Monti è una posizione personale: è l’assessore dell’Idv nella mia giunta e ha la delega al commercio e alla legalità, non alla sicurezza”. Così il sindaco di Bologna Virginio Merola stronca la posizione dell’assessore, favorevole alla riapertura delle case chiuse per combattere la prostituzione.

 

Merola, intervenuto ieri sera a un dibattito al centro civico Lame “Bologna e Europa. Una prospettiva comune” con l’europarlamentare Pd Salvatore Caronna, ha poi riconosciuto a Monti di aver precisato la sua idea, a favore di una regolamentazione del fenomeno sul modello Germania. Ma ha insistito: “Io non so quale sia la posizione ufficiale del mio partito, visto che l’argomento dovrebbe essere oggetto di una legge nazionale. So però che se mi chiudono all’angolo io sono per il modello svedese, cioé combattere la prostituzione punendo gli uomini che sono clienti delle prostitute. Ci sono tanti ‘antichi mestieri’ che scompaiono- ha concluso il sindaco- questo almeno vogliamo ridurlo? Lo ridurremo, soprattutto se il governo ci manderà i poliziotti che da tempo aspettiamo”.

 

La Lega Nord inaugura domani a Bologna la raccolta di firme su una petizione popolare per riaprire le ‘case chiuse’. La petizione ‘Riapriamo le case chiuse’ , promossa dal capogruppo della Lega Nord a Palzzo D`Accursio, Manes Bernardini, sarà domani alla firma dei cittadini dalle 15 in via 4 Novembre, angolo via D`Azzeglio.
La raccolta di firme ha come obbiettivo togliere le prostitute dalla strada, combattere il racket, portare più controlli e fare pagare le tasse a questo business che esiste da oltre 2000 anni.
L`iniziativa va a supporto della proposta di legge presentata dalla parlamentare Carolina Lussana che vieterebbe gli atti osceni legati alla prostituzione per strada, creando una regolamentazione per questo settore.