Bologna, 14 agosto 2011 - Tagliati almeno altri sei milioni di euro di trasferimenti dallo Stato. Le casse del Comune, dopo l’accelerazione annunciata dal Governo sulla manovra finanziaria per coprire il debito pubblico, dovranno rinunciare a un’altra cifra da capogiro. Le stime a caldo parlano, appunto, di circa sei milioni di euro in meno nei prossimi due anni; questo si somma al taglio di 60 milioni che già gravava sulla città. Dal Comune trapela che il settore del welfare sarà l’unico a non venire toccato dai tagli. Da dove pescare questi altri soldi? La risposta, per molti, si deve cercare nel patrimonio finanziario di Palazzo d’Accursio: le società partecipate, insomma. Hera, Atc, Società Aeroporto, Caab, Fiera e Afm. Queste le più gettonate.

Il tema della cessione di parte di queste quote non è nuovo, ma in questi giorni torna alla ribalta, proprio perché il ministro dell’Economia ha annunciato nuovi incentivi a chi privatizzerà il settore dei servizi pubblici locali. Ci sono varie precisazioni però, due in particolare. Queste norme anticipano una necessaria modifica dell’articolo 41 della Costituzione, che riguarda la libertà di iniziativa economica. Il secondo punto è il rispetto del volere del popolo, che con il referendum scorso si è espresso contro la privatizzazione del settore dell’acqua.
NEL CASO di Hera, quindi, sarebbe necessario uno spin-off del settore acqua, per poter operare la privatizzazione su quello dei rifiuti. «Sarebbe una soluzione di buon senso la vendita delle quote delle partecipate — commenta Bernardini della Lega Nord, che già in campagna elettorale aveva spinto su questo tasto —. A Bologna ci sono ottimi esempi di consociativismo del passato, come l’Aeroporto, il Caab e le Farmacie Comunali. Ma ora è arrivato il momento, per il Comune, di restituire queste quote alle forze imprenditoriali della città». Nella ricetta della Lega Nord, per il reperimento di questi soldi, ci deve essere anche la diminuzione degli assessorati. «L’avevamo già spiegato in campagna elettorale — continua il leader del Carroccio —. Si possono tagliare due assessorati, che con una stima ad occhio costano al Comune circa 200mila euro all’anno».
PARLA invece di vendita del patrimonio delle Asp il segretario del Pdl bolognese, Fabio Garagnani: «È un patrimonio enorme a cui attingere. E poi si dovrebbe risparmiare nel settore del turismo, applicando la tassa di soggiorno, incentivando le visite alla città con mostre itineranti. Bisogna che il Comune utilizzi più immaginazione per recuperare risorse, coinvolgendo i privati».
Anche il deputato degli azzurri non ha dubbi: «Non ci sono preclusioni sulla vendita delle quote delle partecipate. Le società dove il Comune ha le proprie quote possono rimanere comunque sotto il controllo dell’istituzione. Bisogna inventare nuove formule».
Inevitabile, infine, ritoccare il settore dei servizi alla persona, secondo Garagnani: «Esternalizzare non significa privatizzare, perché il Comune può essere comunque garante dei servizi».