Bologna, 1 giugno 2011 - Quello del calcioscommesse, nel quale e' coinvolto anche l'ex bomber Beppe Signori, non sarebbe stato un passatempo sporadico, ma "uno stabile sodalizio" per "manipolare il risultato delle partite" di serie A, B e di Lega Pro. Quindi, secondo l'ordinanza del Tribunale di Cremona che dispone custodia
cautelare e arresti domiciliari per 16 persone (tra cui Signori e il direttore sportivo del Ravenna Calcio, Giorgio Buffone), emergerebbe non solo un illecito sportivo, ma una vera e propria associazione per delinquere dedita alla truffa, in particolare a danno di societa' sportive e scommettitori regolari.
Signori, secondo l'indagine denominata "Last Bet" (L'ultima scommessa), sarebbe "organizzatore e scommettitore" con il "Gruppo dei Bolognesi" e avrebbe partecipato investendo anche soldi per le scommesse, in particolare sul Inter-Lecce, sulla quale erano stati puntati in tutto 150.000 euro. L'ex attaccante avrebbe investito anche 60.000 euro su Atalanta-Piacenza, stando a quanto emerge da una conversazione telefonica intercettata il 16 marzo scorso.
L'organizzazione aveva in seno diversi gruppi, i "Bolognesi", appunto, gli "Albanesi" e gli "Zingari": tutti impegnati per manipolare l'esito delle partite. Di Beppe Signori, al telefono, gli altri arrestati parlavano come il "Beppe nazionale" o di "colui che ha segnato 200 gol in serie A". Ma il suo nome, si raccomandavano, non doveva essere menzionato. Il giocatore, secondo l'ordinanza, e' comunque "leader indiscusso, per ragioni di prestigio personale" del cosiddetto "Gruppo di Bologna" del quale fanno parte anche Manlio Bruni e Francesco Giannone, nati a Catanzaro, ma residenti sotto le Due torri. Bruni, poi, sarebbe stato "l'organizzatore, promotore e scommettitore degli eventi sportivi manipolati" dall'organizzazione 'dei bolognesi'.
Sempre secondo le indagini, Signori e' presente con Antonio Bellavista di Bari e Massimo Erodiani di Pescara (anche loro arrestati) a un incontro a Bologna il 15 marzo in uno studio in via Ugo Bassi. Un luogo che
l'ordinanza considera riferibile anche a Bruni e a Giannone, "portavoce" del gruppo. Mentre gli "Zingari" tentavano di consegnare i soldi direttamente ai giocatori, secondo le indagini, gli "Albanesi" avevano contatti con il direttore sportivo del "Ravenna Calcio", il quale, grazie alla sua carica, poteva contattare altre societa' in difficolta' economiche e creare "combine" con i suoi colleghi.
I "Bolognesi", invece, si legge nell'ordinanza, pretendevano dagli intermediari titoli bancari a copertura delle giocate di denaro da effettuare, rilasciando a loro volta come garanzia dell'avvenuta scommessa un assegno pari all'importo della giocata. E l'organizzazione considerava persino il 'rischio d'impresa', visto che non potendo
contare sul risultato certo delle partite, contemperava la possibilita' di perdere del denaro e di renderlo in seguito, magari con giocate a titolo gratuito.
Gli scommettitori, divisi in gruppi, anticipavano il denaro per pagare i giocatori corrotti. Erodiani, in una intercettazione telefonica ammette infatti di essersi occupato, col gruppo dei "Bolognesi", di cinque partite, ma di averne 'fatte' (per usare le sue parole) solo due. In sostanza per i giudici di Cremona, cio' vuol dire che gia' avevano provato a truccare cinque partite con i "Bolognesi", anche se, per motivi vari, soltanto in due occasioni l'obiettivo era stato raggiunto.
Il nome di Signori ricompare nei colloqui telefonici sulla partita Benevento-Pisa, durante la quale Bruni commenta: "Allora chiamo subito Beppe". Sempre Bruni, in un'altra conversazione dice che invitera' Signori a partecipare a Siena-Sassuolo, anche se emerge che le giocate andate male hanno portato a un debito di 300.000 euro. In tutto, per l'ordinanza, i vari gruppi hanno tentato di truccare 18 partite, anche cinque match alla volta, e secondo quanto emerso dalle indagini, gli Zingari avevano anche creato un "tariffario": 400.000 euro per le partite di serie A, 120.000 per quelle di serie B e 50.000 per quelle di serie C. Per gli inquirenti l'importanza dei gruppi, almeno quelli principali, sarebbe fondamentale. Erodiano e Pirani, per esempio, quando si verificavano delle "sorprese" e le partite manipolate non avevano il risultato previsto, facevano di tutto per ristabilire la fiducia del gruppo e perche' i rapporti continuassero.
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