BOLOGNA, 9 MARZO 2011 - CRISTIAN Alessandrini è una «mina vagante per la sicurezza della collettività, incapace di arginare le proprie pulsioni e i propri vizi», per questo deve restare in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Sono parole dure come pietre quelle che il gip Mirko Margiocco scrive nell’ordinanza con cui ha convalidato l’arresto del trentenne che sabato sera ha travolto e ucciso in via Stalingrado Lucia Varriale, 18 anni. Il gip ha accolto l’impostazione del pm Antonello Gustapane, confermando l’accusa di omicidio volontario, con dolo eventuale, e non accogliendo la più tenue ipotesi di omicidio colposo, cui puntava la difesa.
ALESSANDRINI andava a una velocità «assurda, sconsiderata», scrive il giudice, non inferiore a 100 chilometri all’ora (in un tratto in cui il limite è 50), guidava sotto l’effetto della cocaina e ha scartato bruscamente dalla prima alla terza corsia, effettuando un «azzardato sorpasso» di due auto ferme per far passare Lucia e una sua amica (rimasta gravemente ferita) che attraversavano sulle strisce. Una condotta, per Margiocco, messa in atto da «una persona insensibile ai beni primari dell’incolumità fisica e della vita altrui», che ha «accettato il rischio» di uccidere qualcuno, visto che il passaggio pedonale era «ben visibile e illuminato» e c’erano appunto due auto ferme, «evidentemente per la presenza dei pedoni». Dunque, poteva «in concreto prevedere la possibilità di un investimento». Non solo: si era messo alla guida «con un grado d’intossicazione da stupefacenti talmente elevato da far pensare a una assunzione cosciente e volontaria».
LA PROCURA sta cercando di far passare la linea dura per questo tipo di condotte. La Cassazione in altri casi ha dato segnali d’apertura. Scrive ancora Margiocco: «L’indagato ha coscientemente e consapevolmente tenuto una guida da cui derivava un macroscopico e rilevantissimo concreto rischio per gli altri utenti della strada e nello specifico dei pedoni. Non aveva nessuna chance di evitare l’impatto». Alessandrini, peraltro, «è soggetto più che trentenne e quindi non certo inesperto o immaturo». Non solo: ha precedenti per rapina, dunque «per fatti che implicano forme di violenza alla persona». Ecco spiegata la linea di massimo rigore.
NELL’ORDINANZA sono riportate le dichiarazioni del giovane, interrogato dal gip: «Ero partito da Budrio (suo paese di residenza; ndr) per andare a fare gas in via Stalingrado. Non avevo assunto cocaina quel giorno. Avevo fumato cocaina il giorno prima. Sono distrutto e mortificato... Io andavo un po’ di fretta, effettivamente troppo forte, a circa 100 chilometri all’ora... Non ho visto le ragazze attraversare, le ho solo viste spuntare. Quando le ho viste ho frenato, mi sono reso conto che non sarei riuscito a fermarmi e ho sterzato. Dopo l’incidente mi sono precipitato dalle ragazze. Una perdeva tanto sangue e non parlavano». Il pm acquisirà i messaggi arrivati sul sito del Carlino utili alle indagini.
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