Bologna, 3 febbraio 2011 - Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra per l’aumento dei prezzi dei biglietti dell’autobus, in vigore a Bologna da due giorni. Alle voci di di dissenso che arrivano da piu’ parti, ora si aggiungono anche quelle delle associazioni dei consumatori.

Ad esempio quella di Maurizio Gentilini, presidente di Federconsumatori, che non ha dubbi: “In un momento di crisi come questo siamo contrari. Non capiamo il perche’ di una scelta fatta quando ancora non e’ chiaro quanti euro arriveranno dal Governo. E poi, prima di questa operazione, ne andavano fatte altre”. Per Gentilini, “combattere l’abusivismo va bene, ma non solo cosi’. Bisogna capire se ci sono sprechi, dei problemi di organizzazione, la necessita’ di migliorare la qualita’ dei servizi, di risparmiare risorse. E alla fine se non si riesce a uscirne, se ne parla”.
 

Peccato che questo non sia successo e anzi, in una citta’ gia’ stressata dalle polemiche sul Civis (per i cantieri e i rischi alla circolazione e alla stabilita’ degli edifici del centro storico), Gentilini nota che si somma la decisione di partire “con l’aumento dei pezzi, andando a colpire chi usufruisce dei mezzi di trasporto. Ci sarebbe piaciuto che un eventuale aumento giungesse alla fine di un percorso” di confronto.
A fronte degli aumenti, poi, si comincia a parlare gia’ di sollevazione dei cittadini: “Le proteste iniziano ad arrivare in maniera copiosa, anche da fuori Bologna, perche’ subiranno conseguenze anche i pendolari. Senza dimenticare il problema della durata del biglietto.Ci sono troppe condizioni- conclude Gentilini- e la gente non ci sta”.

Anche il Codacons e’ sulla stessa lunghezza d’onda. “In questa fase in cui il potere d’acquisto delle famiglie e’ diminuito del 4% era l’ultima cosa da fare- spiega Bruno Barbieri, vice presidente nazionale dell’associazione- anche perche’ stiamo andando incontro alla stagione in cui necessitano i blocchi per inquinamento da polvere sottili. E’ una scelta che costera’ alla citta’ di piu’ di quanto l’Atc trarra’ profitto in termini di bilanci”. Secondo Barbieri, “in questa fase era meglio non fare aumenti, anche se bisogna dire che il costo del biglietto era fermo da otto anni.
L’incremento, se necessario, andava fatto in modo piu’ graduale e non andando a colpire soprattutto gli abbonamenti mensili e annuali, quindi studenti e anziani”.


Guarda oltre Secondo Malaguti, presidente della Confconsumatori Emilia Romagna: “Questo aumento e’ l’effetto della crisi economica in atto e delle restrizioni del Governo. Le medicine le pagano sempre i clienti, questa volta gli utenti che hanno bisogno dei mezzi di trasporto. Ma il problema piu’ grave del sistema regionale di trasporti e’ l’assenza di una carta dei servizi. Se ne parla da anni, e’ un diritto sancito dalla legge, ma i nostri amministratori locali si guardano bene da mettersi attorno a un tavolo con le associazioni dei consumatori e di categoria. Non c’e’ interesse da parte di una classe dirigente che da’ l’impressione di non saper dover andare. Siamo in uno stato comatoso”.