Bologna, 26 agosto 2010 - «LA MOZZARELLA blu non c’è mai stata. Lo scrive pure la Granarolo che ha ricevuto una lettera di scuse da parte del consumatore che aveva denunciato il caso».
Mauro Sironi, delegato Rsu della Lat Bri, tiene in mano una copia della lettera che Granarolo ha inviato all’azienda casearia di Usmate. Attorno a lui, davanti ai cancelli dell’Asl di Monza che da venerdì scorso ha bloccato la produzione per «irregolarità gestionali» e per l’utilizzo di acqua non potabile, quasi 200 lavoratori in attesa di sapere il futuro loro e dell’azienda.
FERMI dopo i controlli scaturiti proprio da quella presunta mozzarella blu a marchio Granarolo acquistata da una consumatrice in un supermercato di Milano nel luglio scorso, e prodotta dalla Lat Bri. Ora la lettera di smentita. E’ datata 20 agosto, ovvero venerdì scorso, lo stesso giorno in cui è stata fermata l’attività della Lat Bri, ed è firmata da Angelo Vittorio Zambrini, responsabile Qualità, innovazione, sicurezza e ambiente della ditta bolognese.
«La segnalazione — scrive — si è risolta con una cortese lettera di scuse a noi pervenuta dallo stesso consumatore, il quale ha avuto modo di scoprire solo successivamente che la colorazione blu era riconducibile a un gioco attuato dal figlio con le forbici coloranti». Quindi, nessun batterio, ma semplice inchiostro che ha contaminato la mozzarella non negli stabilimenti di Usmate.
E’ STATO lo stesso consumatore a provocare - involontariamente - quella colorazione che ha portato gli ispettori dell’Asl alla Lat Bri. «Dalle nostre linee produttive non è mai uscita una mozzarella blu», ripetono i lavoratori. Mentre la Granarolo preferisce, al momento, non rilasciare alcun tipo di dichiarazione perché «c’è ancora un’indagine penale in corso». Tuttavia «non smentiamo la lettera», e comunque auspicano che «gli accertamenti in atto da parte delle autorità sanitarie presso lo stabilimento di Lat Bri possano giungere in tempi brevi a confermare la regolarità dell’operato del copacker (partner produttivo, ndr), che è stato da noi selezionato in quanto dotato di un comprovato know how e di un prestigioso portafoglio clienti».
Adesso, però, quel rapporto si è risolto. Il contratto scadeva ad agosto perché nel frattempo Granarolo ha riqualificato i propri impianti bolognesi dove produrrà direttamente i prodotti che prima venivano realizzati a Usmate.
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