Bologna, 9 agosto 2010- «UNA CITTÀ che non valorizza e non tutela la propria storia è destinata a scomparire senza lasciare traccia. E le istituzioni dovrebbero essere le prime ad attivarsi affinché questo non accada». E’ l’amaro sfogo di Manes Bernardini, consigliere regionale della Lega Nord, dopo l’allarme lanciato sul Carlino di venerdì scorso sulla probabile scomparsa del museo dei trasporti urbani in via Bigari, dove la Provincia (proprietaria del sito e dell’area limitrofa) ha progettato di costruire la sua nuova sede: un palazzo di sette piani che comporterebbe la demolizione della sede del museo. Sono molti i cittadini, ma anche i partiti, che chiedono iniziative concrete per salvare la Collezione storica Atc, vero e proprio patrimonio della città.

«Se la Provincia non è in grado di attivarsi, o non ne ha voglia — continua Bernardini —, ci rivolgeremo più in alto: dalla Soprintendenza fino al ministero competente». Anche Floriano Rambaldi, consigliere provinciale del Carroccio, interviene sulla vicenda. «Nessuno ha idea di quale sarà la sorte del museo e dei suoi inestimabili pezzi, anche se il primo progetto prevedeva la costruzione del nuovo edificio accanto al sito espositivo — afferma —. Siamo in una situazione di totale incertezza e assieme al collega Sabbioni ho presentato un’interrogazione alla giunta provinciale con la quale chiedo quali siano le intenzioni sul museo».
 

ANCHE l’Italia dei Valori è in fibrillazione sul futuro della collezione di via Bigari.

«E’ un patrimonio della storia e della cultura di tutto il territorio bolognese — afferma Sandro Mandini, coordinatore provinciale dei dipietristi — che va salvato ad ogni costo. Cerchiamo soluzioni idonee per conservarlo e renderlo fruibile ai cittadini. E’ preoccupante che la Provincia stia abbandonando l’idea di mantenere il museo nell’ambito della nuova sede. Tutte le città europee, molte anche in Italia, hanno il loro museo dei trasporti dove si può rivivere la storia di ognuna attraverso il percorso più che centenario che va dai tram a cavalli, fino ai mezzi più moderni. Sono ricordi di momenti importanti e indimenticabili di ciascuna città, della loro gente, della loro storia, ma anche una testimonianza culturale per i giovani. Per questo — conclude Mandini — è dovere della Provincia avanzare proposte di concreta fattibilità per salvare la collezione di via Bigari».
 

Claudio Claroni, direttore generale Atc dal 1998 al 2006, ricorda «l’apprezzamento e l’entusiamo delle delegazioni di città straniere in occasione di incontri di lavoro a Bologna quando visitavano il museo: le locomotive a vapore dell’800 erano particolarmente ammirate. Come in altri Paesi potrebbe essere utilizzato anche come contenitore per eventi, e non dimentichiamo il ricchissimo archivio storico sui trasporti pubblici a Bologna, con documenti e foto di grande valore».