FRANCESCO PANDOLFI
Cronaca

Case Acer occupate con la forza

I residenti hanno paura: "Sfondano tutto e arrivano con i cani"

I palazzi dell’Acer in via Vezza (Foto Schicchi)

I palazzi dell’Acer in via Vezza (Foto Schicchi)

Bologna, 10 marzo 2016 - Porte sfondate, serrature cambiate, cavi della luce che passano da un appartamento all’altro. Nei palazzi Acer di via Vezza al civico 4 le occupazioni sono all’ordine del giorno.

Una è ormai ‘storica’ e risale allo scorso anno, ma nel giro di poche settimane, dalla fine di febbraio all’inizio di questo mese, sono stati invasi altri tre appartamenti, tra cui quello di Antonio Santoro, il 66enne originario di Lecce, che tornato in città dopo un viaggio con la moglie e i due figli di 3 e 4 anni ha trovato la porta di casa rotta, la serratura cambiata e l’appartamento occupato. L’ultimo alloggio invaso, in ordine di tempo, però, risale alla scorsa settimana. Quattro ragazzi, con cani al seguito, stando ai racconti dei condomini, lunedì scorso alle 23.30 sono saliti al terzo piano del palazzo e sono entrati in una casa dalla finestra del bagno che dà sul pianerottolo, perché la porta era murata, smontando una grata che la proteggeva.

«Il giorno dopo (martedì 1 marzo, ndr) questi ragazzi sono venuti ad avvisarci che avrebbero fatto un po’ di rumore... E infatti hanno buttato giù il muro e poi montato una porta. Ci hanno anche detto di stare tranquilli, perché se un appartamento è abitato loro non lo occupano. Noi però abbiamo paura lo stesso e ormai viviamo barricati in casa, anzi all’ingresso abbiamo tutti un mattarello per difenderci – racconta un’inquilina di via Vezza –. I giorni successivi ci siamo resi conto che si erano anche attaccati alla luce del condominio, perché c’è un filo che entra nel loro appartamento, e poi hanno provato a sfondare un altro muro al quarto piano, senza riuscirci».

Al secondo piano di via Vezza 4, invece, gli appartamenti occupati sono due, tra cui quello dove abitava Santoro con la sua famiglia. Qui non c’erano muri da abbattere, quindi è bastato rompere le serrature per invadere gli alloggi. Una porta ha un vistoso buco, coperto con delle assi di legno, da cui probabilmente sono entrati gli occupanti, mentre quella che dà accesso all’appartamento di Santoro è stata totalmente sfasciata. Dove prima c’era la toppa per la chiave ora c’è un buco chiuso con un panno di stoffa, mentre in un’altra serratura è stata spezzata una chiave e probabilmente la porta è stata blindata dall’interno.

Anche qui come nel caso dell’appartamento al terzo piano c’è un filo elettrico che parte dall’appartamento di Santoro, corre lungo il soffitto e finisce nell’altra casa occupata. Come già accaduto al 66enne di Lecce, se si prova a bussare al campanello dell’alloggio occupato, si sente qualcuno avvicinarsi allo spioncino, controllare chi c’è sul pianerottolo, ma poi nessuno apre la porta. «Noi pensiamo che a occupare sia sempre lo stesso gruppo di ragazzi che si passano la voce tra loro, avvisando che qui ci sono appartamenti vuoti – continua un’altra inquilina di via Vezza –. Abbiamo chiamato le forze dell’ordine, ma dicono che non possono intervenire. Noi ormai abbiamo paura di uscire di casa di giorno e di sera, perché questi ragazzi girano sempre con dei cani aggressivi che abbaiano quando vedono qualcuno».