San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 28 ottobre 2011 - Tutti pronti a scattare per l’operazione simulata di soccorso in mare, dopo che un aereo passeggeri era precipitato a 7 miglia dalla costa a largo di San Benedetto, ma all’improvviso la simulazione si è trasformata in operazione reale.
È andata di lusso per due membri d’equipaggio di un’imbarcazione a vela che si sono ritrovati su una scialuppa di salvataggio dopo che il loro scafo, un natante di 18 metri partito dal porto turistico di San Benedetto, è affondato, quando si trovavano ben oltre le acque internazionali, a 62 miglia dalla costa italiana. Sulla Med, questo il nome del natante affondato, l’armatore di Ravenna e il marinaio di Carrara. Si stavano recando in Croazia per motivi turistici.
A dare l’allarme alla centrale operativa della guardia costiera, intorno alle 19 di ieri sera, è stato un amico sambenedettese dell’armatore dell’imbarcazione, con il quale il diportista si è messo in contatto con un telefono satellitare. A quel punto tutto il dispositivo di soccorso simulato è stato sospeso ed è scattata la vera operazione di salvataggio.
La fortuna ha voluto che in quel momento era già in volo l’Atr del nucleo aereo della guardia costiera di Pescara e anche la motovedetta 285 di Ancona, velocissima e attrezzata per le lunghe distanze, ma aveva a bordo i ‘figuranti’ della simulazione e quindi doveva essere la ‘sosia’ del velivolo ammarato, l’obiettivo da ricercare da parte dei soccorritori. L’Atr, dotato di raggi infrarossi, ha individuato i due naufraghi sulla zattera di salvataggio e ha comunicato la posizione della scialuppa. Poiché il punto nave era fuori del compartimento marittimo di San Benedetto, è uscita in mare la motovedetta Cp 292 dal porto di Pescara. Nel frattempo è stato intercettato e dirottato il mercantile Majestic, in navigazione in quella zona, per eseguire il recupero dei naufraghi, avvenuto intorno alle 22 e in seguito trasbordati sulla motovedetta di Pescara.
L’operazione si è conclusa a tarda notte e al momento: non si conoscono i motivi per i quali l’imbarcazione a vela è affondata quando era ormai in acque croate. Sicuramente sulla questione sarà aperta un’inchiesta da parte della capitaneria di porto di San Benedetto che ha coordinato le operazioni appena è scattato l’allarme, ma che in seguito ha dovuto cedere il controllo delle stesse alla capitaneria di Pescara per ragioni di competenza territoriale. I figuranti che si trovavano sulla motovedetta di Ancona sono stati trasbordati su quella di San Benedetto che li ha riportati a terra verso le 21, 20.
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