Ancona, 18 novembre 2013 - STEFANIA E GIORGIA si adoravano. Madre e figlia avevano un rapporto che andava al di là della parentela. Erano confidenti, amiche. Le vacanze, i momenti di svago in Riviera, le cene con gli amici: immagini che Facebook illustra quasi impietose, oggi, il giorno dopo il massacro di Monte Camillone. Una tragedia da brividi quella che si è consumata sabato pomeriggio, lontano da occhi indiscreti, lontano da rumori, da vicini impiccioni. Distante da tutto e da tutti, nel silenzio di un appartamento ricavato in una porzione della Rico, un’azienda di componentistica elettronica che si affaccia con una grande cancellata grigia sulla statale Adriatica, a due passi da Osimo Stazione. Là dentro, tra le 14 e le 16 è successo quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. Diego Allori, 62 anni, in un impeto d’ira ha ucciso la bella moglie Stefania Malavolta, 45 anni. L’ha tagliuzzata con un cutter, un banale taglierino da carta, inseguendola per casa. Poi, una volta immobilizzata l’avrebbe scaraventata dentro la vasca da bagno, stringendole il flessore della doccia attorno al collo.
A qual punto Allori è sceso al piano inferiore, ha aperto la porta che conduce alla hall dell’azienda e lì si stretto una corda attorno al collo, fissandola all’estremità di una lunga scalinata che dà sul vuoto. Diego si è lasciato andare e si punito così, togliendosi la vita. Per la criminologia questo è il classico esempio di omicidio-suicidio. Ma ci sono dei particolari che rendono questa vicenda meno fredda e a tinte horror.
PRIMO ELEMENTO. Giorgia, 25 anni, loro unica figlia, esce di casa attorno alle 14 per andare a fare delle compere in un centro commerciale vicino a casa con degli amici. «Li ho lasciati sul letto che riposavano», dirà dopo la tragedia ai carabinieri, ancora visibilmente sotto choc. Giorgia dal suo sabato di shopping tranquillo chiama come suo solito la madre. Ma il telefono squilla e la donna non risponde. Allora la ragazza si precipita a casa. Apre, chiama, quasi invoca i genitori. Nulla, silenzio assoluto. Va in bagno. Non accende neanche la luce. Nella penombra nota che c’è qualcosa nella vasca da bagno. Accende la luce e davanti ai suoi occhi la scena si fa rossa sangue.
UN INCUBO: la madre riversa nella vasca, nuda, piena di tagli ovunque, il tubo della doccia stretto al collo. La ragazza prova a scuoterla, ma non c’è niente da fare. Giorgia è disperata. Sul pavimento c’è tanto altro sangue. E ci sono delle impronte che portano in altre stanze della casa. Alcune conducono in camera da letto. La porta è aperta, il letto sfatto. Ma il papà non c’è. Allora Giorgia chiama il 118, i carabinieri, un’amica. I militari e i sanitari arrivano molto presto. Il presentimento si fa quasi subito tragica realtà. I carabinieri iniziano a controllare dappertutto. Poi aprono la porta che conduce all’azienda in cui lavoravano padre, madre e figlia, i primi due come custodi da oltre venti anni. E lì gli occhi si spalancano su un secondo panorama macabro. Il corpo di Diego Allori è senza vita. Le modalità non lasciano scampo a dubbi: è suicidio. Pochi minuti più tardi i carabinieri avranno la certezza di quanto accaduto. Una telecamera a circuito chiuso ha ripreso interamente la scena. L’uomo viene filmato in bermuda mentre afferra una tavolino. Poi la corda agganciata alla sommità della scala, la sua fine nel vuoto. I carabinieri hanno trovato Allori con le gambe rannicchiate. Il 62enne potrebbe aver tentato più volte di togliersi la vita. Solo quella postura gli avrebbe garantito il risultato. Sul fatto che si tratti di omicidio suicidio non ci sono dubbi. Allori aveva le mani ricoperte di sangue.
L’AUTOPSIA, che verrà eseguita dall’istituto di medicina legale di Ancona tra oggi e domani, chiarirà ogni dubbio. Ma già ora si può affermare che Stefania Malavolta non è stata uccisa da una coltellata in particolare: i segni dei colpi di lama sul corpo sono quasi tutti superficiali. Tanti ma nessuno inferto con particolare violenza e quindi letale. Stefania sarebbe morta per strangolamento, asfissiata dal tubo della doccia stretto al suo collo. Il marito, in pieno raptus non si sarebbe reso conto subito di quel che aveva commesso. Questione di minuti e ha preso la sua decisione, irrevocabile: farla finita. In casa i carabinieri non hanno trovato messaggi, biglietti.
IL MOVENTE è senza dubbio passionale. Allori sarebbe stato molto geloso della moglie. Più giovane di lui, bella, con un giro di amicizie da far invidia. Una donna solare, allegra. I tempi della vacanza d’agosto insieme in Sardegna, la prima dopo tanti anni trascorsi a lavorare anche d’estate come camerieri allo stabilimento «La Perla» di Marcelli di Numana, sembravano lontani anni luce. I due sembravano affiatati. Eppure il loro rapporto era percorso da una vena amara. Sembra che Stefania avesse comunicato al marito che dopo tutti quegli anni voleva cambiare aria, lavoro. Lei si sentiva soffocare. Lui la controllava continuamente. Ieri i carabinieri hanno acquisito elementi dal suo pc e da Facebook, più che altro per escludere elementi circa la premeditazione del delitto a cui gli inquirenti per ora credono molto poco. Significativo il fatto che i corpi dei coniugi siano stati trovati senza abiti indosso. Forse avevano tentato di trascorrere un momento d’intimità. L’ultimo.
Andrea Massaro
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