REDAZIONE ANCONA

Il Palaveneto e l’amianto sul tetto: "A pochi metri ci sono le scuole"

Il palas crolla a pezzi, residenti preoccupati: «Un vero scempio»

Un residente indica l’amianto sul tetto del palas

Ancona, 9 ottobre 2015 - Una bomba ad orologeria in mezzo alle case e a due passi dalla scuola Leopardi, inaugurata proprio un mese fa dal sindaco dopo anni di chiusura. Nè il sindaco Mancinelli, né l’assessore comunale allo sport si sono accorti e si accorgono delle pessime condizioni in cui versa lo storico palazzetto di via Veneto.

Abbiamo parlato di bomba ad orologeria non a caso, e senza esagerare, almeno per un paio di motivi. Innanzitutto la copertura in eternit dei circa 1.500 metri quadrati del plesso principale del palas. Realizzato negli anni ‘60, quando ancora l’amianto non era considerato fuorilegge, ma anzi veniva utilizzato in molti ambiti industriali ed edili, da allora la copertura del palas non ha subìto alcun intervento.

Quindi, per mezzo secolo le piastre di eternit sono rimaste ad affrontare le intemperie, rovinandosi e disperdendo probabilmente frammenti di amianto nell’atmosfera. Questo particolare non lo stiamo scoprendo noi, tutti sanno che quel tetto è stato realizzato in eternit e che il rischio di dispersione dell’amianto è presente e costante, eppure in questi anni nessuno, tra gli amministratori di turno, ha pensato bene di aprire un caso. Non solo, dentro a quel contenitore a pezzi l’attività sportiva va avanti, così, senza problemi, senza che nulla fosse.

Il Palaveneto messo sempre peggio e i residenti sono preoccupati: «E’ incredibile vedere tutti i giorni questo scempio davanti alle finestre di casa mia – attacca Giorgio Alessandrini, inquilino del civico 18 di via Veneto –. Il palazzetto è coperto di amianto e qui dietro hanno riaperto le scuole Leopardi. Prima c’erano solo le medie, adesso hanno inaugurato pure le elementari. Centinaia di bambini vanno a scuola a poche decine di metri in linea d’aria dall’amianto. Non credo sia normale. Intanto il resto dell’edificio sta letteralmente crollando a pezzi. Sul tetto dell’ingresso è cresciuto un palmo d’erba, ci sono infiltrazioni continue. Inoltre quel comignolo in muratura del vecchio sistema di riscaldamento delle palestre sta venendo giù senza che nessuno se ne accorga. L’area qui attorno è in totale degrado, sotto hanno pure aperto una sede Caritas e tra macchine e furgoni non si vive più».

Attorno al palas regna ancora più degrado. La struttura è corrosa, nella parte posteriore è bastato un giorno di pioggia per creare una vera e propria piscina, ma nonostante questo ci sono una mezza dozzina di auto parcheggiate.