Ancona, 10 marzo 2017 - La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo per il crollo del ponte della Provinciale 10 sulla A14, che ha provocato la morte di Emidio Diomedi e Antonella Viviani, ‘sepolti’ nella Nissan Qashqai sulla quale viaggiavano, rimasta incuneata sotto il cavalcavia (video). Tre i feriti. Non è escluso che gli inquirenti possano contestare anche il disastro colposo quando saranno valutate con esattezza la dinamica e la causa del crollo e sarà chiaro se sia stato determinato per colpa.
L’inchiesta, condotta dalla polizia stradale, è coordinata dal sostituto procuratore Irene Bilotta, che per tutto il pomeriggio di ieri è rimasta su quel tratto di autostrada tagliato in due dal ponte. Il magistrato anconetano ha ascoltato i testimoni che hanno assistito al crollo e l’ingegnere responsabile tecnico dei lavori per la ditta Delabech di Roma, una delle due aziende al lavoro sotto il ponte, che si occupava dell’intervento di sollevamento.
Due le ipotesi al vaglio: che il troncone si sia inclinato durante il sollevamento, e per questo sia crollato, oppure che il pilone che faceva da perno per sollevarlo abbia ceduto. Il pm Bilotta affiderà una consulenza a un professore universitario per capire bene come si siano svolti i fatti e a chi attribuire la responsabilità del dramma che si è consumato ieri. Oggi sarà anche disposta l’autopsia sui due coniugi di Spinetoli, che viaggiavano in direzione nord e che non sono riusciti a fermare la corsa dell’auto su cui viaggiavano prima che il ponte venisse giù.
L’esame autoptico permetterà di mettere in relazione con certezza il crollo e il decesso della coppia: i corpi di Emidio Diomedi e Antonella Viviani apparentemente non hanno riportato lesioni gravissime e il medico legale incaricato potrà determinare senza ombra di dubbio le cause della morte. Il troncone crollato sull’autostrada resta sotto sequestro, ma la Procura ha autorizzato la demolizione della parte centrale per permettere di ripristinare la viabilità tra i caselli di Ancona Sud e Porto Recanati. Tanti gli interrogativi ai quali l’inchiesta dovrà dare risposte: il tratto di autostrada interessato dai lavori, durante il sollevamento del ponte, doveva restare chiuso?
Il crollo è avvenuto per un errore umano? Oppure per difetti dei materiali utilizzati? Autostrade per l’Italia, con una nota, esclude che si sia trattato di un cedimento strutturale. «Quanto accaduto – si legge – è un tragico incidente non prevedibile, determinato dal cedimento di pile provvisorie su lavori di innalzamento del cavalcavia necessari per ripristinare l’altezza dell’opera rispetto al nuovo livello del piano autostradale, dopo l’allargamento dell’autostrada a tre corsie.
Non si tratta dunque del cedimento strutturale del cavalcavia. Autostrade per l’Italia assicura, quindi, la piena sicurezza e stabilità strutturale dei cavalcavia della propria rete, che sono costantemente monitorati e controllati». Quanto alla Delabech, che aveva seguito anche la progettazione dell’intervento, «è una società specializzata con qualifiche di legge per i lavori in oggetto e munita di certificazione». Autostrade ha già messo a disposizione della magistratura tutti i documenti relativi all’affidamento dei lavori. Stando alla ricostruzione della società delle autostrade, «le attività di sollevamento del cavalcavia erano state completate alle 11.30» e «al momento dell`incidente, alle 13 circa, il personale stava realizzando attività accessorie».
AGGIORNAMENTO - "Dalla prima analisi, c'è stata una collisione fra il veicolo e la trave portante del cavalcavia: evidentemente la trave è crollata. Gli operai lavoravano non sul cavalcavia ma alla base, sono rimasti feriti probabilmente nell'atto di evitare il crollo". Così stamattina a Rainews 24 Alessio Cesareo, comandante Polstrada Marche.
Autostrade per l'Italia "ha chiesto con estrema urgenza alle aziende che hanno progettato ed eseguito i lavori sul cavalcavia crollato in A14 una relazione dettagliata su quanto accaduto, per accertare eventuali errori umani e valutare possibili azioni a tutela". Il cantiere, dice una nota della società, "era stato avviato il 7 febbraio e si sarebbe dovuto concludere, per quanto riguarda le attività sulle pile finalizzate all'innalzamento del cavalcavia, il 31 marzo".
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