Ancona, 1 settembre 2015 - «Ammontano a diversi milioni di euro i danni causati dai cinghiali e ancora noi ci stiamo a chiedere cosa fare? Il lanciafiamme ecco cosa ci vuole, vanno sterminati. Anche se sicuramente ci saranno degli ambientalisti cretini che protesteranno non possiamo permetterci di non fare nulla» E’ un fiume in piena il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, infuriata sulla questione degli ungulati che continuano a causare seri danni all’agricoltura e non solo.
«In un momento in cui non ci sono soldi neanche per il sociale e siamo costretti a tagliare servizi di così primaria importanza, dobbiamo spenderli per i danni causati dai cinghiali? » incalza ancora il sindaco Mancinelli. Ha suscitato ilarità in platea la proposta provocatoria lanciata ieri mattina alla platea di 42 sindaci riuniti per la campagna di ascolto del neopresidente della Regione Luca Ceriscioli, presente anche la presidente dell’Amministrazione provinciale Liana Serrani, i presidenti dell’Unione montana e dell’Ente parco, insieme con i sette consiglieri regionali dell’Anconetano, per un totale di sessanta amministratori.
«La proposta del lanciafiamme è forse più una battuta – ha precisato subito dopo la Mancinelli – ma non dobbiamo lasciarci fermare da Italia Nostra, dagli ambientalisti e da altri cretini che sicuramente si faranno sentire. Se non riusciamo a trovare il modo di sterminarli, dobbiamo inventarlo, saremmo dei criminali a lasciare la situazione così com’è».
«Al di là di lanciafiamme o bombe – ha preso poi la parola Lanfranco Giacchetti, presidente Ente Parco del Conero – quella dei cinghiali è una questione che ha rilevanza nazionale e che va affrontata in maniera seria». Diversi i sindaci d’accordo sulla necessità di sconfiggere questa «piaga».
Non si è fatta attendere la replica del neopresidente Luca Ceriscioli. «Serve un’azione mirata e scientifica senza lanciafiamme – ha rimarcato – La piaga dell’ungulato, e voglio ricordare che i cinghiali in questi ultimi tempi hanno persino raggiunto la costa, si sconfiggerà con la genetica. Dobbiamo infatti mantenere e non estinguere il nostro cinghiale. Quello marchigiano infatti non è buono da mangiare ed è poco prolifico, dunque non costituisce una minaccia come invece le altre specie che hanno preso il sopravvento. Dobbiamo distinguerle evitando l’estinzione di quello marchigiano, per questo va analizzata la genetica dei vari esemplari prima di un’eventuale azione di abbattimento. L’intenzione è di lavorarci».