{{IMG_SX}}Fabriano, 11 giugno 2008 - L’atto di morte del Fabriano basket è arrivato alle 17,53 di ieri pomeriggio con uno stringato comunicato, 42 anni dopo la fondazione della storica società sportiva che per 29 stagioni ha militato nei due massimi campionati professionistici nazionali. Federico Mellone entra nella storia come il presidente che ha venduto un pezzo di vissuto cittadino, molto più di una semplice club sportivo. Il diritto è stato ceduto a Roseto a titolo definitivo, dopo che la cordata abruzzese ha respinto al mittente la clausola proposta dall’avvocato del Fabriano basket Giuseppe Galli che consisteva di fatto nella proroga della decisione al 30 giugno.
La Legadue tornerà a disputarla la società abruzzese, ugualmente reduce da una triste sparizione due anni fa, mentre Fabriano scompare dalla geografia della pallacanestro che conta, anche se nei prossimi giorni potrebbe uscire allo scoperto una non meglio precisata cordata per ripartire dalla serie C1 o magari, per meriti sportivi, dalla B2. Intanto, resta il rammarico di una città intera per la triste e ingloriosa fine della sua ineguagliabile bandiera sportiva.
"Abbiamo fatto il possibile e l’impossibile, ma la città proprio non ha risposto", ha spiegato l’avvocato Giuseppe Galli visibilmente provato dopo aver coordinato una trattativa lunga due giorni. "Fino a questa mattina (ieri mattina,ndr) l’accordo non era stato ancora firmato, nonostante fosse l’ultimo giorno utile per vendere. Abbiamo ricontattato le forze economiche della città, ma non c’è stata risposta. E a quel punto la cessione del titolo è stata l’unica soluzione percorribile".
Sui particolari della trattativa Galli non si sbilancia, ma si sa per certo che il club rosetano ha dovuto sborsare 400 mila euro per pagare già ieri le contribuzioni fiscali e regolarizzare la posizione del club davanti alla Comtec, l’organismo di controllo della Federazione. "Mellone dirigente a Roseto? Non credo proprio», spiega Galli. "Adesso lo vedo veramente distrutto, anche perché in pochi davvero lo hanno aiutato. Purtroppo quella di vendere era ormai diventata l’unica possibilità percorribile, dopo che fino all’ultimo abbiamo provato a chiedere aiuto a Fabriano senza ottenerlo. Ben altro clima c’è stato a Roseto, dove il sindaco è stato di fatto in prima linea e le forze imprenditoriali si sono coalizzate per centrare un obiettivo che, a quanto pare, a chi conta veramente a Fabriano ormai non interessava più".
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